L’ingresso degli Stati Uniti tra i paesi esportatori di gas naturale, avvenuto in seguito alla scoperta di ingenti riserve di shale gas sul territorio americano, sta cambiando gli equilibri internazionali del comparto: se l’Italia e l’Europa vogliono restare competitive serve una ‘Energy Union’, un mercato comune europeo del gas e dell’energia.
A sostenerlo, in occasione del recente Italian Energy Summit organizzato a Milano da Il Sole 24 Ore, è Marco Alverà, CEO di SNAM, che spiega: “Gli USA riescono a vendere il loro gas ad un prezzo molto più basso rispetto a quello che mediamente viene praticato in Europa, e questo pesa sulla competitività del nostro sistema energetico e quindi anche delle nostre aziende, che devono sostenere una voce di costo ben maggiore”. La soluzione per Alverà, è quella di creare un mercato comune europeo dell’energia, una ‘Energy Union’ che consenta maggiore flessibilità, più concorrenza e quindi riduzione dei prezzi del gas per gli utenti finali.
Per il CEO di SNAM, oggi, la sfida è proprio su questo aspetto: “Se infatti fino a un decennio fa tutti pensavamo che le riserve di gas naturale si sarebbero esaurite nel giro di 20 anni, oggi, con lo shale gas e i nuovi giacimenti scoperti in Mediterraneo e Africa, possiamo disporre di questa risorsa per i prossimi 400 anni”.
Una certezza, che contribuirà anche al raggiungimento di un mix energetico più sostenibile: “Il gas naturale è il vero concorrente, e sostituto, del carbone, una risorsa il cui utilizzo si può gradualmente ridurre, come ha dimostrato la Gran Bretagna”.