Nel corso dei primi nove mesi di quest’anno, nonostante le enormi difficoltà che deve affrontare l’industria petrolifera globale, con 73 giacimenti confermati, il Suriname è diventato il Paese con il maggior numero di scoperte dell’America Latina.
Il risultato dagli studi di esplorazione tanto in terra ferma quanto nelle acque profonde, hanno confermato nel loro insieme riserve per 10.000 barili equivalenti di petrolio, di cui la metà costituiti gas naturale.
Dal database statistico ufficiale aggiornato a fine di ottobre, emerge come 36 giacimenti si trovino sulla superficie terrestre e 37 in ambito offshore.
Tuttavia anche la formazione geologica sottomarina della Guyana-Suriname continua ad essere una delle grandi promesse per i prossimi anni, dopo la scoperta di 9.000 milioni di barili equivalenti di petrolio in un solo blocco.
Secondo alcune stime degli esperti, il prezzo di equilibrio del petrolio necessario per portare avanti la costruzione delle piattaforme offshore tenderà a ridursi nei prossimi anni per due fattori: il primo dipenderà dal numero delle future scoperte a breve termine di nuovi giacimenti, e il secondo invece è relativo alla data d’inizio della produzione di gas e petrolio nelle nuove aree.
Di recente le ultime tre scoperte effettuate al largo delle coste del Suriname dove le riserve confermate raggiungono 1.400 milioni di barili equivalenti di petrolio, avrebbero portatoil prezzo di equilibrio stabilito a 45 dollari al barile.
Tuttavia secondo l’agenzia Rystad Energy, le proiezioni sono ancor più promettenti, in quanto il prezzo di equilibrio molto probabilmente scenderà a 40 dollari.
Con l’aggiornamento di questi dati incoraggianti si può dire quindi che i paesi di Brasile, Guyana e Suriname rappresentano più di un terzo degli investimenti dei giacimenti in offshore dell’America Latina, aprendo così un futuro molto promettente nei prossimi anni.