Cipro sarebbe sul punto siglare un accordo per la fornitura di gas naturale all’Egitto, che – come noto – entro fine anno prevede di raggiungere l’indipendenza energetica grazie all’entrata in produzione del giacimento Zohr, scoperto e gestito dall’Eni, e quindi punta a proporsi come un hub internazionale del gas.
Secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg, infatti, entro poche settimane Cipro ed Egitto potrebbero firmare un contratto di fornitura di gas proveniente dal giacimento Aphrodite, che è stato scoperto da Noble Energy e contiene 4,5 Tcf (Trillion cubi feet) di gas.
La stessa Noble Energy ha recentemente annunciato che intende vendere alla società egiziana Dolphinus Holdings gas estratto dai giacimenti israeliani Tamar e Leviathan, tramite un contratto di fornitura di 10 anni che deve essere ancora approvato dal Governo del Cairo.
Per quanto riguarda invece il gas di origine cipriota, il Ministro dell’Energia di Cipro Georgios Lakkotrypis ha riferito a Bloomberg che l’accordo con l’Egitto, i cui terminal GNL di Idku e Damietta distano solo 645 Km dalle coste dell’isola mediterranea, potrebbe essere raggiunto già nei prossimi giorni.
Si tratterebbe di un primo passo nella strategia egiziana di proporsi sul mercato come hub del gas naturale, per sfruttare i terminali finora utilizzati per l’import invertendo il flusso del gas, che transiterebbe solo dall’Egitto per poi prendere altre strade verso i clienti finali (magari insieme ad una parte del gas prodotto da Zohr che, una volta saturata la domanda interna, potrebbe percorrere anch’esso la via dell’export).
E’ proprio a tale scopo che nei mesi scorsi il Governo del Cairo ha modificato la legislazione nazionale consentendo alle società private (proprio come la citata Dolphinus Holdings) di importare GNL dall’estero per poi rivenderlo sul mercato internazionale.
Nel frattempo continuano le tensioni geopolitiche scatenate dalle scoperte di gas effettuate negli ultimi anni nel Mediterraneo Orientale, che stanno frustrando le ambizioni della Turchia sullo scacchiere energetico della regione. Il Paese guidato da Erdogan vorrebbe infatti assicurarsi una fetta delle risorse rinvenute nell’area, e per farlo sta attuando una serie di politiche particolarmente aggressive, come il recente blocco della Saipem 12.000, unità che l’Eni stava utilizzando per una serie di esplorazioni proprio al largo di Cipro e che risulta ancora tenuta sotto sequestro dalle autorità di Ankara.