L’attuale scenario internazionale, su cui gravano le conseguenze dell’epidemia di coronavirus e del mercato del petrolio, mai così depresso, incidono pesantemente sul bilancio trimestrale dell’Eni, che si è chiuso con una forte perdita netta e ha visto il ‘cane a sei zampe’ costretto a ridurre sia la produzione che gli investimenti previsti nel corso del 2020.
Nei primi tre mesi dell’anno la major italiana ha infatti totalizzato un utile operativo adjusted di 1,31 miliardi di euro, in calo del 44% (-1 miliardo) rispetto al dato del Q1 2019. Colpa dell’effetto scenario, -1,1 miliardi, e dell’impatto del Covid-19, -0,15 miliardi, al netto dei quali la performance è stata positiva per 0,2 miliardi (+16%).
Stesse dinamiche che impattano anche sul risultato: se infatti l’utile netto adjusted è positivo per 59 milioni di euro, considerando i cosiddetti ‘special items’ il risultato diventa negativo per ben 2,93 miliardi di euro (rispetto a +1,1 miliardi del Q1 2019) a causa principalmente dell’allineamento del valore delle scorte ai prezzi correnti (come noto drasticamente crollati) e della conseguente svalutazione, per la stessa ragione, di asset oil&gas.
In considerazione di tale contesto deteriorato, l’Eni ha deciso di ridurre i capex di 2,3 miliardi (il 30% del budget totale stimato) per il 2020, e di 2,5-3 miliardi (tra il 30% e il 35% del totale) per il 2021. La riduzione degli investimenti – spiega l’azienda di San Donato Milanese nella sua nota – si concentrerà sopratutto sul versante upstream, con la rifasatura di alcuni progetti che potranno poi essere riavviati in tempi rapidi non appena le condizioni lo consentiranno.
Per effetto di questi tagli dei capex (ma anche del calo della domanda mondiale di gas e dell’estensione della forza maggiore in Libia), calerà anche la produzione 2020, attesa a 1,75-1,80 milioni di barili di olio equivalente al giorno. Questo senza considerare gli effetti dei tagli OPEC+ recentemente annunciati ma non ancora declinati nei singoli campi.
“Il periodo che stiamo vivendo dallo scorso marzo è per l’economia mondiale il più complesso degli ultimi 70 anni e oltre. Per l’industria energetica, ed in particolare per l’Oil&Gas, la complessità è ancora maggiore dato il sovrapporsi degli effetti della pandemia al crollo del prezzo del petrolio” ha dichiarato l’Amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi. “Il portafoglio di business mostra però di essere resiliente come mai in passato, mentre la struttura patrimoniale è molto solida, frutto del lavoro fatto negli ultimi anni”.