Risolta una diatriba territoriale che durava da un lustro, Arabia Saudita e Kuwait hanno deciso di procedere speditamente con lo sviluppo del giacimento di gas offshore Dorra, affidando un incarico di consulenza ad un soggetto internazionale, la cui identità non è stata però al momento resa nota.
Tra i compiti dell’advisor – secondo quanto riportato dalla Reuters – oltre allo studio dei volumi produttivi attesi e alle opzioni per lo stoccaggio del prodotto, ci sarà proprio la definizione delle quote di gas di competenza dei rispettivi Paesi, entrambi ‘affamati’ di metano per soddisfare la domanda interna e anche per potenziare il proprio export di gas naturale.
Il giacimento Dorra dovrebbe contenere, secondo le stime preliminari, 11 trilioni di piedi cubi di gas e di circa 300 milioni di barili di petrolio e si trova nella cosiddetta Neutral Zone, tratto di mare condiviso tra Arabia Saudita e Kuwait. Proprio per questa ragione, il progetto di sviluppo del giacimento era stato interrotto nel 2013, stante l’incapacità dei due Paesi di trovare un accordo relativo alla suddivisione del gas prodotto.
Lo scorso dicembre, però, Riyad e Madinat al-Kuwait hanno raggiunto un compromesso sulla gestione della Neutral Zona, che ha permesso tra le altre cose la ripresa delle attività estrattive presso due giacimenti petroliferi, il cui output corrisponde allo 0,5% di tutta la produzione di greggio a livello mondiale.
Riconciliazione che ha anche reso possibile la ripresa del progetto di sviluppo del giacimento Dorra, il cui sfruttamento partirà presto secondo quanto dichiarato la scorsa settimana dal Ministro dell’Energia dell’Arabia Saudita Abdulaziz bin Salman.
Sul Dorra avrebbe peraltro manifestato in passato le sue mire anche l’Iran, me Arabia Saudita e Kuwait si sono detti certi di poter avviare le attività presso il giacimento in un punto lontano dall’area contesa da Teheran.