L’Ungheria acquisterà 250 milioni di metri cubi di GNL ogni anno, per 6 anni, da Royal Dutch Shell, attraverso il terminal in fase di costruzione sull’isola di Krk, in Croazia.
Il contratto ha una portata storica che va ben al di là della mera entità economia del deal, poiché, come ha chiarito il ministro deli esteri ungherese Peter Szijjarto, annunciando la definizione dell’accordo sulla sua pagina Facebook, “è la prima volta che l’Ungheria firma un contratto di fornitura di gas a lungo termine con una compagnia occidentale”. Occidentale che è il contrario di orientale, e quindi, almeno in questo caso, di ‘russo’.
E infatti Szijjarto aggiunge che “l’Ucraina si approvvigionerà, per il 10% del fabbisogno di gas nazionale, ad occidente, grazie al primo grande step nel suo percorso di diversificazione delle fonti energetiche”.
L’Ungheria si è sempre rifornita del gas necessario dalla Russia e non aveva mai siglato contratti di fornitura di lungo termine con altre compagnie all’infuori di Gazprom, anche se da tempo aveva espresso l’intenzione di avviare una diversificazione, contemplando anche fonti occidentali, salvo poi non riuscire a concretizzare questo proposito a causa della carenza di infrastrutture idonee a garantire l’afflusso di metano in arrivo da occidente.
Ora, con il nuovo terminal GNL croato di Krk quasi pronto per entrare in attività – cosa che dovrebbe avvenire nel corso dei prossimi mesi – l’Ungheria ha colto al volo l’occasione, firmando con Shell il suo primo contratto di fornitura di gas di origine non russa.