Una lunga storia imprenditoriale, un nome ormai noto e diventato sinonimo di affidabilità nel settore delle valvole per l’oil&gas e un costante impegno nello sviluppo tecnologico dei propri prodotti.
Sono questi i capisaldi dell’attività di ATV (Advanced Technology Valve), che hanno portato l’azienda di Colico (Lecco) – come racconta a OilGas News l’Ing. Enrico Sanguineti, General Manager della società lombarda – a diventare fornitore di tutte le principali major internazionali per progetti di primari importanza nel settore upstream tra cui per esempio Zohr di Eni e Leviathan di Noble Energy.
Per chi opera nel comparto del’oil & gas, il suo cognome è assai noto essendo la sua famiglia da così lungo tempo collegata al comparto delle valvole. Potrebbe ricordare ai nostri lettori il percorso storico delle attività della famiglia Sanguineti soffermandosi, poi, su quella che è la realtà e i punti di forza della ATV nello scenario attuale?
Il legame della mia famiglia con il mondo delle valvole dura da oltre cinquant’anni e è inizio nei primi anni ‘70, quando mio padre assunse il ruolo di direttore commerciale di Sella Spa, allora una primaria azienda produttrice di valvole in fusioni di acciaio su normative americane API 600. Con alcuni colleghi e capitale americano nel 1974 mio padre lascia Sella per avviare in Svizzera una nuova azienda, Valvotecnic. L’avviamento è un successo ma una differente visione sulla strategia di sviluppo e di crescita porta mio padre alla decisione nel 1978 di rientrare in Italia e di lanciarsi in una nuova avventura imprenditoriale avviando Ring-O Valve con un socio italiano.
L’idea vincente di Ring-O Valve è quella di produrre valvole di grande diametro in acciaio forgiato, offrendo un prodotto di qualità superiore rispetto alla costruzione fusa per applicazioni più critiche nel downstream e nella generazione di energia. Il mercato risponde positivamente e Ring-O Valve si afferma entrando anche in altri mercati compreso quello dell’energia nucleare e alla fine degli anni ottanta in quello dell’industria offshore nel mare del Nord. Negli anni novanta il mercato delle valvole sottomarine cresce notevolmente e l’azienda vi si concentra particolarmente con investimenti importanti, in primis quello di una camera iperbarica tra le più grandi al mondo che consente di eseguire prove di qualifica simulando profondità marine fino a tremila metri.
Alla fine degli anni novanta la decisione del socio di minoranza di ritirarsi per anzianità cedendo le sue quote, l’ingresso di un fondo di investimento con successiva cessione alla corporation americana Dresser nel 2002, che a sua volta viene acquisita dalla concorrente Cameron nel 2005, rappresentano un cambiamento profondo che dopo pochi anni porta alla decisione di ripartire nel 2006 con una nuova iniziativa, Advanced Technology Valve.
ATV Spa si concentra fin da subito sulle valvole per applicazioni critiche e in particolare nel settore di nicchia delle valvole sottomarine, ambito in cui siamo particolarmente conosciuti. Anche questa volta il mercato risponde molto bene e l’azienda riceve fin da subito contratti importanti, grazie anche alla credibilità personale della nostra famiglia quando la nuova azienda non può ancora vantare referenze consolidate, consentendo di crescere raggiungendo le attuali dimensioni e di affermarsi come uno dei market leader per le valvole sottomarine.
Determinanti si sono rivelati i continui investimenti fatti negli anni per lo sviluppo del prodotto e per gli impianti produttivi presso lo stabilimento di Colico.
ATV oggi fattura circa 80 milioni di euro all’anno e offre una gamma completa di valvole per l’industria dell’energia e dell’oil & gas nello specifico con particolare attenzione alle applicazioni speciali. L’azienda lavora con le principali compagnie petrolifere e i principali EPC Contractors mondiali.
I punti di forza della nostra azienda sono la capacità tecnica e realizzativa dimostrati continuamente negli ultimi anni con commesse importanti per primarie compagnie petrolifere combinati con la flessibilità, rapidità di consegna e la vicinanza al cliente.
In un mondo sempre più competitivo nel quale sono entrati a tutta forza anche costruttori provenienti dai cosiddetti “Paesi emergenti”, diventa sempre più difficile mantenere le proprie quote di mercato e l’unica alternativa vincente è quella di investire in “ricerca & sviluppo”. Potrebbe indicarci quanti sono stati gli investimenti profusi dalla ATV in infrastruttura e prodotto e quanto questi mediamente incidono in percentuale sul vostro fatturato?
La nostra azienda ha mantenuto negli anni una costante politica di investimenti per lo sviluppo tecnologico dei prodotti e dei processi produttivi e per acquisire capacità produttiva adeguata alla missione aziendale. D’altra parte – nomen omen – nel nostro nome c’è la nostra visione e missione.
Il settore sottomarino richiede che i prodotti vengano qualificati mediante la costruzione di prototipi e l’esecuzione di prove cicliche prolungate per verificarne il buon funzionamento nelle condizioni più gravose. ATV esegue queste prove ‘in house’ utilizzando proprio personale e attrezzature avanzate, inclusa una camera iperbarica capace di simulare la profondità di 4.500 metri e pressioni nelle valvole di oltre 2000 bar.
L’azienda ha inoltre completato l’anno scorso un secondo ciclo di investimenti in impianti ed attrezzature produttive che aumentano la capacità produttiva migliorando nel contempo il livello qualitativo e i tempi di consegna.
Il livello di investimenti incide mediamente per il cinque percento del fatturato ma negli anni scorsi abbiamo in qualche caso fatto anche di più.
Lavorando fino a oltre 1.300 bar di pressione e profondità fino a 3.000 metri, le vostre valvole raggiungono degli standard operativi elevatissimi; considerando l’attuale trend di sviluppo del settore sottomarino, i componenti per l’industria petrolifera dovranno rispondere a requisiti tecnici sempre più stringenti. Quali sono a suo parere i trend tecnologici per questo particolare settore? State attualmente lavorando su qualche aspetto in particolare: materiali, disegno dei corpi valvola, componenti, attuatori etc?
La necessità di operare in condizioni difficili, o estreme, senza la possibilità di manutenzione durante la vita dell’installazione, che può durare anche vent’anni, impongono l’adozione delle migliori tecnologie disponibili e lo sviluppo di nuove quando quelle attuali non siano sufficienti.
Lo sviluppo tecnologico investe tutti gli aspetti progettuali e realizzativi del prodotto e la nostra azienda è impegnata su entrambi.
Senza voler dilungarmi troppo, vorrei menzionare le tecnologie di simulazione strutturale e fluidodinamica usate in fase di progettazione, i materiali metallici e plastici sempre più performanti, la tecnologia dei rivestimenti resistenti all’usura e capaci di ridurre gli attriti che depositiamo con il laser in ATV, la tecnologia dei rivestimenti anticorrosivi mediante placcatura e le tecniche di saldatura capaci di ottenere giunti saldati di altissima qualità, tutte attività e processi sviluppati in ATV con impianti modernissimi.
Nel campo specifico delle valvole sottomarine, il trend tecnologico più significativo è quello del passaggio dall’ attuazione idraulica a quella elettrica con la necessità di introdurre competenze specifiche diverse da quelle tradizionali, meccaniche e metallurgiche.
Un altro tema molto attuale è quello della diagnostica a bordo valvola, capace di fornire informazioni in tempo reale sullo stato di salute del componente e di consentire la programmazione degli interventi di manutenzione condizionale.
Occorre anche dire che lo sviluppo tecnologico è spesso finalizzato alla riduzione dei costi iniziali d’investimento di un progetto petrolifero – un caso emblematico è quello dei sistemi HIPPS di protezione delle pipelines dal rischio di sovra-pressione.
Potrebbe citare qualche recente progetto internazionale in campo upstream o midstream che ha visto ATV come principale player nella fornitura di valvole sia in ambito sottomarino che onshore?
Vorrei citare alcuni progetti significativi completati recentemente, ENI Zohr e Noble Leviathan. Entrambi i progetti hanno comportato la fornitura di un numero rilevante di valvole sottomarine di grandi dimensioni in tempi molto ristretti. Un altro progetto molto interessante ha comportato la fornitura di sistemi HIPPS completi con valvole gate da 18” 10K al campo di Kashagan in Kazakhstan, dove ci sono condizioni operative estreme con un contenuto di H2S superiore al 30% .
Attualmente siamo coinvolti in altri progetti simili per BP e per ONGC e in un progetto per Chevron nel Golfo del Messico che comporta la fornitura di valvole capaci di operare a 1300 bar. Nell’onshore siamo attualmente coinvolti nella fornitura di sistemi HIPPS completi in India ad ONGC e negli emirati ad ADNOC.
Il Covid-19 che ha fortemente colpito le regioni del Nord-Italia, sta ora investendo aree commercialmente strategiche per le esportazioni del “Made in Italy” quali il Nord e il Sud America e il Medio Oriente. Qual’ è stato l’impatto sulle vostre attività e quali sono le prospettive per l’anno in corso?
L’industria petrolifera è stata colpita dalla tempesta perfetta, con la concomitanza dell’epidemia di Covid-19 e il conseguente rallentamento dell’economia a livello mondiale con gli effetti della guerra tra produttori di petrolio che ha provocato un crollo dei prezzi a minimi storici. L’impatto sul nostro settore è stato pesantissimo: molti progetti sono stati messi on-hold o spostati all’anno prossimo e sono stati avviati drammatici programmi di ridimensionamento delle principali compagnie petrolifere mondiali con l’annuncio di licenziamenti di decine di migliaia di persone.
Alcuni esperti prevedono che a questa fase difficilissima e di protratto arresto degli investimenti seguirà un’altrettanto violenta risalita dei prezzi a livelli elevati. Inoltre, il settore più colpito dal crollo del prezzo del petrolio e del gas è quello della produzione da giacimenti onshore di shale negli Stati Uniti, che si dubita in futuro possano recuperare la capacità produttiva degli ultimi anni: pertanto ci potrebbe essere un maggior ricorso all’estrazione offshore e sottomarina.
E’ sinceramente difficile valutare l’attendibilità di queste previsioni ma c’è il rischio che la perdita delle competenze tecniche conseguente alla riduzione di personale in atto possa costituire un ulteriore elemento critico nel momento della ripresa.
La nostra azienda fortunatamente ha acquisito un numero record di commesse importanti l’anno scorso e l’impatto di Covid-19 e del crollo del prezzo del petrolio non ci ha colpiti nell’immediato grazie ad un rilevante portafoglio ordini.
Le prospettive nei prossimi mesi sono meno ottimistiche ma vediamo comunque opportunità anche a breve e ci attendiamo una ripresa l’anno prossimo soprattutto nel settore del gas. I giacimenti di olio e gas sono per definizione non rinnovabili e soggetti ad esaurimento, questo comporta la necessità di nuovi investimenti per la scoperta e la messa in produzione di nuovi campi anche in un contesto globale di decarbonizzazione.