La Libia punta a raggiungere un output petrolifero di 1 milione di barili al giorno, grazie alla riapertura dei due principali terminal petroliferi rimasti ancora chiusi a causa degli effetti della guerra civile in atto nel Paese.
Venerdì scorso, infatti, la compagnia statale National Oil Corp (NOC) ha annunciato di aver ritirato l’esercizio della clausola di forza maggiore relativamente ai due terminal per l’export di greggio Es Sider e Ras Lanuf, aggiungendo che grazie a questa decisione l’output petrolifero del Paese potrà raggiungere gli 800.000 bpd entro due settimane, per arrivare alla fatidica soglia del milione di bpd nel giro di un mese. Si tratterebbe di un valore ancora lontano dai circa 1,6 milioni di bpd su cui il Paese viaggiava stabilmente prima dello scoppio della guerra civile, ma di un dato comunque molto confortante considerando che solo a inizio ottobre, quando erano stati riaperti, dopo la fine dell’occupazione militare da parte delle milizie al potere nell’Est del Paese, i terminal per l’export di Marsa El Hariga, Brega e Zueitina, l’output nazionale era inferiore ai 300.000 bpd.
Al Waha Oil Co, la controllata di NOC che gestisce il terminal di Es Sider, ha spiegato che il porto ha ricominciato a funzionare sabato e che la prima petroliera è attesa proprio in queste ore. Mentre, già nei giorni scorsi, l’incaricato dell’ONU per ola questione libica, Stephanie Williams, aveva annunciato che i due porti di Es Sider e Ras Lanuf, i due più grandi terminal petroliferi ancora chiusi, sarebbero stati riaperti a breve.
Attualmente – secondo l’agenzia di stampa Reuters – l’output petrolifero della Libia, dopo essere crollato a causa della guerra civile, è tornato a salire e si attesta attorno ai 500.000 bpd. In costante crescita proprio grazie alla progressiva riapertura dei porti specializzati.