L’Unione Europea intende adottare in tempi rapidi un regime di sanzioni economiche nei confronti della Turchia, in relazione alle attività di trivellazione offshore che Ankara sta continuando ad effettuare nella acque territoriali di Cipro.
Il Consiglio degli Affari Esteri, una delle diverse ‘formazioni’ tematiche con cui, periodicamente, si riunisce il Consiglio dell’Unione Europea, nel corso della sua seduta tenutasi ieri (14 ottobre 2019; ndr) ha infatti preso una decisione in tal senso, impegnando l’organo esecutivo di Bruxelles – ovvero la Commissione – a dare corso a provvedimenti concreti a riguardo.
“Alla luce delle continue attività illegali di perforazione offshore della Turchia nel Mediterraneo Orientale – si legge in una nota ufficiale – il Consiglio ha ribadito il suo pieno sostegno nei confronti di Cipro, riguardo il rispetto della sua sovranità territoriale, in accordo con la legge internazionale”.
Nel suo pronunciamento, il Consiglio ha quindi raffermato “in tutte le sua parti la conclusione già adottata (sul medesimo tema; ndr) lo scorso 15 luglio 2019”, ribadendo ancora una volta la sua convinzione che “la delimitazione delle zone economiche esclusive e della piattaforma continentale” debbano essere definite “attraverso il dialogo e la negoziazione in buona fede, nel pieno rispetto delle leggi internazionali e in accordo con i principi di buon vicinato”.
In conseguenza di ciò, e del comportamento di Ankara, che violerebbe tali principi, il Consiglio, “sulla base di un lavoro preparatorio già svolto, ha stabilito che venga attuato uno schema di misure economiche restrittive nei confronti di persone fisiche e giuridiche responsabili o comunque coinvolte nelle attività illegali di estrazione di idrocarburi nel Mediterraneo Orientale”.
Infine, il Consiglio, nella sua delibera, ha invitato “l’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la Commissione e presentare rapidamente proposte in tal senso”.