Com’era prevedibile e previsto, i flussi di prodotti petroliferi in entrata e in uscita del nostro Paese, nel corso del 2020, sono drasticamente calati a causa degli effetti del coronavirus e delle conseguenti misure di contenimento della pandemia.
A tirare le somme è Unem (la ex Unione Petrolifera), l’associazione delle aziende italiane attive nel downstream petrolifero, che pubblica sul suo sito report periodici su tutte le movimentazioni di prodotti, e che ha postato sul suo profilo Twitter una slide in cui riassume, con pochi ma significativi numeri, le stime di chiusura dell’anno in corso.
Le importazioni, nel 2020, si sono attestate a quota 14 milioni di tonnellate, con un calo dell’11,9% su base annua. Nel dettaglio, l’Italia quest’anno ha acquistato all’estero 5,2 milioni di tonnellate di gasoli, 0,4 milioni di tonnellate di benzina, 1,9 milioni di tonnellate di GPL, 1,4 milioni di olio combustibile, 1,3 milioni di tonnellate di carboturbo (jet fuel) e 3,8 milioni di tonnellate di altri prodotti petroliferi raffinati.
Ancora maggiore risulta la diminuzione del volume di prodotti esportati dal nostro Paese: 23,8 milioni di tonnellate complessive, il 15,2% in meno rispetto al 2019.
In questo caso, analizzando le singole voci nel dettaglio, l’ammontare complessivo di prodotti esportati è costituito da 7,7 milioni di tonnellate di gasoli, 6,2 milioni di tonnellate di benzina, 0,2 milioni di tonnellate di GPL, 3,2 milioni di tonnellate di olio combustibile, 0,7 milioni di tonnellate di carboturbo e 5,8 milioni di tonnellate di altri prodotti raffinati.