La domanda indiana di petrolio greggio crescerà più rapidamente di quella della Cina nel corso del decennio appena iniziato, rendendo il Paese asiatico maggiormente dipendente dell’import, e quindi anche più esposto agli effetti dell’instabilità politica che caratterizza il Medio Oriente.
Secondo un recente report dall’International Energy Agency (IEA), infatti, l’India, che al momento è il terzo consumatore di greggio a livello mondiale dietro a Cina e Stati Uniti, vedrà la sua domanda arrivare fino a 6 milioni di barili al giorno nel 2024, rispetto ai 4,4 milioni di barili al giorno del 2017, mentre la sua produzione interna aumenterà di una quota solo marginale. Insieme di fattori che però renderanno l’emergente economia asiatica ancor più dipendente di quanto già non sia oggi (l’80% del fabbisogno è importato e il 65% di questi volumi originano dal Medio Oriente) dalla produzione di aree in cui le tensioni geopolitiche sembrano destinate ad aumentare, minacciando la sicurezza e la continuità degli approvvigionamenti.
“Vediamo l’India come un driver fondamentale per la crescita della domanda globale di petrolio” ha dichiarato alla Reuters l’Executive Director dell’IEA Fatih Birol, aggiungendo però che l’incremento della domanda indiana potrebbe rallentare leggermente in relazione all’andamento dell’economia mondiale.
Al momento l’India è il 4° Paese al mondo per capacità di raffinazione ed è un esportatore netto di carburanti, soprattutto diesel, ma il Governo ha già annunciato di voler fortemente incrementare la sua capacità di raffinazione e, dagli attuali 5 milioni di barili al giorno, arrivare fino a 8 milioni di barili al giorno nel 2025.
Stime ridimensionate dell’IEA, che parla di 5,7 milioni di barili al giorno nel 2024, ma che ritiene comunque l’India “un mercato molto attrattivo per nuovi investimenti nel settore della raffinazione”.