Non accenna a placarsi la controversia che vede contrapposti il Governo Federale dell’Iraq e le autorità del Kurdistan iracheno, regione semi-autonoma del paese mediorientale: mentre per Baghdad tutte le esportazioni petrolifere devono essere gestite dall’esecutivo centrale, secondo le istituzioni di Ebril il Kurdistan ha diritto di esportare autonomamente il petrolio estratto nel proprio territorio.
L’ultimo episodio della querelle – ricostruito dall’agenzia di stampa Reuters – si è svolto recentemente in Canada e ha visto coinvolta anche una società italiana: il Ministro del Petrolio dell’Iraq ha infatti richiesto al Tribunale Federale del Canada, che ha emanato un’ordinanza, di porre sotto sequestro un carico di 721.915 barili di greggio curdo che viaggiava a bordo della petroliera di classe Aframax Neverland, battente bandiera italiana e di proprietà della compagnia armatoriale Finaval di Roma.
Il Governo di Baghdad ha poi sottoposto al tribunale canadese di Halifax un ricorso, con richiesta di risarcimento di 32,5 milioni di dollari, nei confronti di Vitol, il trader svizzero che ha acquistato il petrolio dal Governo Regionale del Kurdistan e noleggiato la nave, e anche di Finaval, in quanto proprietaria della nave su cui è stato trasportato il carico.
Nel ricorso depositato, scrive sempre la Reuters, il Ministero iracheno del Petrolio avrebbe anche riferito di aver preventivamente avvisato Vitol (che è anche azionista, col 25%, della stessa Finaval) che l’acquisto di petrolio curdo senza il permesso del Governo Federale di Baghdad avrebbe costituito un atto illegale e contrario ai diritti del popolo iracheno.
Un avvertimento che, tuttavia, Vitol ha ignorato procedendo con l’acquisto della partita di greggio ‘incriminata’ e con l’imbarco della stessa a bordo della petroliera Neverland nel porto turco di Ceyhan, da dove la nave è poi salpata verso il Canada.
La destinazione finale del petrolio di Vitol non è nota, così come al momento la Reuters non riporta lo scalo in cui la Neverland è stata fermata per procedere al sequestro del carico contenuto nelle sue stive.