Qatar Petroleum, già oggi il primo fornitore al mondo di gas naturale liquefatto, ha firmato con una joint-venture costituita da Technip e Chiyoda i primi contratti per dare esecuzione al progetto North Field LNG, tramite il quale il Qatar incrementerà del 40% la sua capacità di produzione di GNL entro il 2026.
Al termine di questo straordinario upgrade, che secondo la società di analisi Wood Mackenzie sarà il più grande progetto singolo mai realizzato al mondo nel settore del GNL, il Paese mediorientale sarà in grado di portare il suo output complessivo dagli attuali 77 milioni di mtpa (million tonnes/year) fino a 110 milioni di mtpa, consolidando così la sua leadership mondiale (un’ulteriore ‘fase due’ del progetto potrebbe portare la capacità totale del Paese fino a 126 mtpa).
Il costo totale di questo intervento – ha dichiarato il CEO di QP Saad al-Kaabi – sarà di 28,7 miliardi di dollari e la piena capacità dei nuovi impianti sarà raggiunta tra la fine del 2026 e il primo trimestre del 2027.
Al momento Kaabi, che è anche il Ministro dell’Energia del Qatar, ha spiegato che l’azienda di Stato sta sviluppando il North Field in autonomia, ma ha anche rivelato che la prossima settimana verrà avviata una procedura di gara rivolta ai principali gruppi energetici internazionali per cedere il 30% del progetto. La conseguente definizione di una partnership vera e propria con i soggetti scelti dovrebbe quindi concretizzarsi entro la fine dell’anno.
Tra i player che potrebbero rispondere all’appello – secondo l’agenzia Reuters – ci sono ExxonMobil, Shell, Total e ConocoPhillips, che hanno da tempo collaborazioni attive con QP in diversi impianti di produzione di GNL in Qatar.
Come diretta conseguenza di questo enorme incremento di capacità produttiva, aumenteranno – ovviamente – anche i volumi di export di GNL del Qatar. Sempre secondo Wood Mackenzie, QP disporrà di circa 75 milioni di mtpa di gas liquefatto non contrattualizzati, da vendere sul mercato entro il 2027 a prezzi decisamente competitivi. Una condizione che consentirà al Paese di guadagnare ulteriori quote di mercato mettendo pressione ai competitor i cui progetti di espansione devono ancora essere oggetto di FID (Final Investment Decision) al momento.