Saipem, così come alcuni ex manager della società, sono stati condannati in primo grado dal Tribunale di Milano nell’ambito del procedimento penale denominato ‘Algeria’, che ha visto invece l’assoluzione dell’Eni e del suo ex Amministratore delegato Paolo Scaroni
Il Tribunale di Milano-Sezione IV Penale ha pronunciato oggi – rivela il contractor italiano in una nota – la sentenza nel procedimento penale relativo a fatti di reato asseritamente commessi in Algeria fino al marzo 2010 in relazione ad alcune commesse completate da tempo.
Il Tribunale ha condannato, tra gli altri, anche alcuni ex manager della società per i reati di corruzione internazionale ed ha, inoltre, condannato la stessa società al pagamento della sanzione pecuniaria di 400.000 euro, quale asserita responsabile dell’illecito amministrativo (di cui agli artt. 5, 6, 7 e 25 commi 3 e 4 ai sensi del D. Lgs. 231/2001 con riferimento al reato di corruzione internazionale). Gli ex manager della Società condannati dal Tribunale avevano tutti lasciato la Società tra il 2008 e il 2012.
Il Tribunale ha inoltre disposto la confisca, quale asserito profitto del reato, della somma complessiva di circa 197 milioni di euro nei confronti di tutte le persone fisiche oggi condannate (e tra questi di alcuni ex manager della società) e la confisca, quale asserito prezzo del reato, della somma complessiva di circa 197 milioni di euro nei confronti di Saipem ai sensi dell’articolo 19 del D. Lgs. 231/2001. Per quanto emerso nel corso del processo e dalle richieste del Pubblico Ministero, allo stato, risulta già in essere da tempo un sequestro preventivo finalizzato alla confisca per un importo pari a complessivi circa 160 milioni di euro nei confronti di alcune persone fisiche – diverse dalla società – tutte condannate con la odierna sentenza.
Saipem chiarisce infine che la decisione del Tribunale di primo grado non è esecutiva e si riserva di impugnare tale decisione del Tribunale alla luce delle motivazioni della decisione, che saranno depositate nel termine di 90 giorni.
Nell’ambito dello stesso procedimento – scrive l’agenzia Ansa – il Tribunale di Milano ha assolto l’ex ad di Eni e attuale presidente del Milan Paolo Scaroni, Antonio Vella, manager di Eni, e lo stesso gruppo petrolifero italiano. La quarta sezione penale del Tribunale di Milano, presieduta da Giulia Turri, è arrivata alle stesse conclusioni a cui era arrivato tre anni fa il gup Alessandra Clemente. Scaroni e Vella sono stati assolti, così come il gruppo petrolifero, per la presunta maxi tangente da 197 milioni, versata all’allora ministro del Paese africano Chakib Khelil e al suo entourage con le formule ‘per non aver commesso il fatto’ e ‘perchè il fatto non sussiste’ sia per ottenere appalti petroliferi per un valore di 8 miliardi sia per avere il via libera da Khelil per l’acquisito della First Calgary Petroleum che in joint-venture con la società statale Sonatrach deteneva un giacimento di gas a Menzel, in Algeria. Per i due capi di imputazione sono stati condannati invece gli ex manager di Saipem, la stessa società partecipata di Eni, e gli imputati algerini. Per Scaroni la Procura aveva chiesto 6 anni e 4 mesi e per Vella 5 anni e 4 mesi. Le motivazioni saranno depositata tra 90 giorni.