Entro il prossimo mese di marzo Saipem potrebbe raggiungere una composizione “amichevole” del contenzioso in corso ormai da alcuni anni con South Stream BV, controllata del colosso russo del gas Gazprom, in relazione alla rescissione unilaterale del contratto per la costruzione della porzione sottomarina del gasdotto South Stream.
A dichiararlo è stato il CEO di Saipem Stefano Cao, che – intervenendo a commento dei risultati di bilancio 2018 dell’azienda – ha detto: “Siamo in una fase promettente del negoziato con South Stream BV finalizzato alla definizione amichevole dell’arbitrato, transazione che potrebbe avvenire già entro la fine di marzo 2019”.
Dopo aver affidato al contractor italiano l’incarico di posare la porzione offshore (nel Mar Nero) del South Stream, gasdotto che avrebbe dovuto collegare Russia ed Europa bypassando l’Ucraina, il Governo di Mosca aveva deciso di abbandonare questo progetto – per sostituirlo con il TurkStream, in fase di realizzazione in questi mesi – rescindendo quindi il precedente contratto con Saipem.
Situazione che aveva portato all’apertura di un contenzioso, i cui protagonisti però sembrerebbero ormai molto vicini a trovare un accordo soddisfacente per tutte le parti coinvolte.
Per quanto riguarda invece le performance economiche ottenute dall’azienda di San Donato Milanese, Cao le ha definite “oltre le aspettative”, anche se il risultato netto è stato negativo per 472 milioni di euro, a causa di una serie di svalutazioni e costi di riorganizzazione che hanno pesato per 497 milioni di euro. Senza questi ‘special items’, il risultato netto adjusted si è attestato a quota 25 milioni di euro, rispetto ai 46 milioni del 2017.
I ricavi sono leggermente calati, passando da 8,99 miliardi di euro nel 2017 a 8,52 miliardi nel 2018, mentre l’EBITDA adjusted è salito da 964 milioni a 1 miliardo di euro (mentre lo stesso valore, non rettificato, è ammontato a 848 milioni, rispetto a 848 milioni del 2017).
In diminuzione l’indebitamento netto, da 1,29 a 1,15 miliardi, mentre durante lo scorso anno è aumentata la raccolta ordini complessivi, con nuovi contratti firmati per un valore di 8,75 miliardi di euro, rispetto a ai 7,39 miliardi totalizzati nel 2017. Al 31 dicembre 2018 il portafoglio ordini residuo ammontava quindi a 12,61 miliardi (12,39 miliardi al 31 dicembre 2017).
“Nel corso dell’anno abbiamo ridefinito gli obiettivi di riposizionamento aziendale che già stanno dimostrando l’adeguatezza e la tempestività delle scelte strategiche operate con riferimento, in particolare, al percorso di riorganizzazione che ci rende ora pronti a sfruttare le future opportunità di mercato con la dovuta flessibilità. Abbiamo acquisito un consistente numero di nuovi contratti in tutti i settori di attività, in particolare nell’E&C offshore e nell’E&C onshore, peraltro proseguendo il percorso verso il bilanciamento fra progetti oil e non oil – price related” ha aggiunto Cao.