Il bilancio 2016 di Saipem contiene una serie di valutazioni errate in relazione alla svalutazione di alcuni asset e alla quantificazione dei rischi.
Lo sostiene al Consob, la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa, che lo scorso 2 marzo, al termine di una verifica ispettiva avviata il 7 novembre 2016 e conclusasi il 23 ottobre 2017, e emanato la delibera n. 20324, in cui muove al contractor italiano di citati rilievi e chiede a Saipem di pubblicare a stretto giro una versione rivista della documentazione economico-finanziaria.
A dare comunicazione della vicenda è la stessa società di San Donato Milanese, che però chiarisce subito di non condividere le valutazioni della Consob, e anzi di riservarsi “ogni valutazione, anche di natura giurisdizionale” (ricordando che i bilanci 2015 e 2016 “sono stati oggetto di revisione legale dei conti e che la società incaricata” ha certificato la loro “conformità ai principi contabili internazionali”). Nonostante ciò, Saipem – ottemperando a quanto previsto dalla delibera – ha dato ampia pubblicità ai contenuti dei rilievi mossi dalla Consob, e ha comunicato che “provvederà a pubblicare, in tempi ragionevolmente brevi stante la complessità delle attività da svolgere, e comunque entro 3 settimane dalla data odierna, a Borsa chiusa, una situazione economico-patrimoniale pro forma consolidata al 31 dicembre 2016 che tenga conto dei rilievi formulati dall’Autorità”.
Nel dettaglio, la Commissione che vigila sulle attività delle società quotate a Piazza Affari, ha valutato che alcune svalutazioni (per complessivi 1,3 miliardi di euro e relative alle business unit Drilling Offshore e Engineering & Construction Offshore e Onshore) effettuate da Saipem nel bilancio 2016 avrebbero dovuto, almeno in parte, essere rilevate, per competenza economica, nell’esercizio precedente. Il contractor avrebbe quindi dovuto correggere, proprio nel bilancio 2016, gli errori di valutazione fatti nell’esercizio precedente, cosa che invece non sarebbe avvenuta.
Il secondo rilievo mosso dalla Consob a Saipem riguarda invece l’erronea valutazione inserita nel bilancio 2016 in relazione al ‘rischio Paese’ per alcuni asset che operano in specifiche aree geografiche per lungo tempo, oltre che ai rischi connessi all’operazione che ha determinato il venir meno del consolidamento di Saipem nel gruppo Eni.