Saipem starebbe considerando una possibile fusione con il competitor norvegese di Subsea 7, operazione che – se dovesse concretizzarsi – sarebbe una delle più grosse mai realizzate nell’industria dei servizi all’oil&gas.
A riferirlo, citando fonti riservate vicine al dossier, è l’agenzia internazionale Bloomberg, secondo cui il deal rientrerebbe negli sforzi messi in atto dal contractor italiano per raggiungere una massa critica sufficiente ad attraversare indenne attraverso il periodo di debolezza che ancora caratterizza il mercato del petrolio.
In ogni caso – ribadisce la stessa Bloomberg – al momento la fusione con Subsea è soltanto un’ipotesi allo studio e nessuna decisione in merito è stata presa dalla parti coinvolte.
Le sole voci circolate sono però bastate a spingere al rialzo i titoli di Saipem (+ 5.3% a Piazza Affari) e di Subsea7 (+8,4% alla Borsa di Oslo), i cui ‘market value’, secondo l’agenzia di stampa americana, corrisponderebbero rispettivamente a 4,9 e 3,3 miliardi di dollari.
Saipem e Saubsea avevano già avviato un negoziato per una possibile fusione alcuni anni fa, senza tuttavia trovare un accordo definitivo.
Secondo la testata italiana MF, se questa volta il merger dovesse concretizzarsi, dall’unione dei due contractor nascerebbe un gruppo di dimensioni considerevoli nel settore, con ricavi di 12,5 miliardi di euro, EBITDA di 1,7 miliardi, sempre secondo il quotidiano finanziario milanese, ‘solo’ 133 milioni di utile netto adjusted secondo le stime sul 2019.