La casa della conchiglia ha destinato una moderna FPSO al campo Penguins, nella porzione britannica del Mare del Nord, dopo aver eseguito la perforazione di pozzi aggiuntivi a circa 165 metri di profondità . Il campo aveva funzionato dal 2003 al 2021 e, ora, è pronto a riprendere le sue funzioni.
La produzione stimata è di circa 45mila barili di petrolio equivalente al giorno (boe/d) al picco, per un totale di 100milioni. Dal giacimento verrà estratta anche una quantità di gas naturale sufficiente a riscaldare circa 700.000 case inglesi. Per queste estrazioni, le emissioni operative scenderanno del 30% rispetto al precedente campo cui la FPSO Penguin lavorava, il Brent Charlie.
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Il petrolio estratto verrà trasportato tramite petroliere verso alcune raffinerie al di fuori del Regno Unito, a causa della scarsa capacità di raffinazione dello stesso. Il gas naturale verrà invece trasportato nel nord-est della Scozia, al terminale di St.Fergus, per essere poi immesso nella rete nazionale britannica.
Penguins sarà poi gestito da una joint venture composta al 50% da Equinor e Shell.
“Oggi, il Regno Unito fa affidamento sulle importazioni per soddisfare gran parte della sua domanda di petrolio e gas – ha spiegato Zoë Yujnovich, Direttore Integrated Gas and Upstream di Shell – Il campo Penguins è una fonte di produzione energetica nazionale sicura di cui le persone hanno bisogno oggi, e la FPSO è una dimostrazione del nostro investimento in progetti competitivi che creano più valore con meno emissioni“.
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