La scorsa settimana si è tenuta a Johannesburg, in Sudafrica, una tavola rotonda a cui hanno partecipato i rappresentati di Gazprom e di tutte le società ad essa correlate, ossia Gazprom Gazifikatsiya, Gazprom Energoholding e Gazprom Helium Service, e i rappresentanti di nove paesi africani: Algeria, Angola, Ghana, Egitto, Kenya, Mozambico, Nigeria, Tanzania e Sudafrica.
I Paesi del continente africano, infatti, hanno tenuto ben saldi i loro rapporti con la Russia nonostante lo scoppio del conflitto.
Secondo le stime l’Africa sarà la culla del 60% della crescita della popolazione globale entro il 2050 e per questo motivo aumenterà notevolmente il consumo di gas naturale.
Così il colosso energetico statale Gazprom si è dimostrato disponibile ad ascoltare le proposte delle nazioni africane.
“L’uso più ampio del gas naturale aiuterà l’Africa a risolvere una serie di problemi, da quelli economici a quelli sociali e ambientali. – ha detto il capo del comitato direttivo di Gazprom Dmitry Khandoga – Siamo fiduciosi che sia essenziale per l’Africa scoprire tutti i vantaggi apportati da questo tipo di carburante. Vediamo il potenziale nella cooperazione con i paesi africani e possiamo offrire loro la nostra competenza unica e la nostra esperienza nella tecnologia.
Gazprom è aperta a discutere proposte costruttive e reciprocamente vantaggiose che potrebbero facilitare lo sviluppo economico e migliorare la vita delle persone nei paesi africani.”
Ilya Rogachev, ambasciatore straordinario e plenipotenziario della Federazione Russa presso la RAS, ha aggiunto: “Considerando che il governo della Repubblica del Sud Africa persegue la politica di decarbonizzazione dell’economia, il gas può diventare una soluzione efficace per soddisfare la domanda di energia, in quanto le fonti energetiche rinnovabili non possono fornire forniture energetiche ininterrotte. Pertanto, credo che l’esperienza di Gazprom nel gas naturale i progetti di liquefazione e costruzione di gasdotti possono interessare i nostri partner sudafricani”.
Ad oggi, tuttavia, la maggior parte del gas prodotto in Africa viene asportato, ironia della sorte, in Europa, a causa del desiderio dei paesi UE di rendersi indipendenti dal gas russo entro il 2027.