Il flusso di GNL trasportato via nave attraverso il Canale di Panama è destinato a crescere molto rapidamente: secondo le previsioni fornite all’agenzia di stampa Reuters da Jorge Quijano, vertice della Panama Canal Authority, nel 2017 sono stati in totale 6 milioni le tonnellate di gas naturale liquefatto che hanno attraversato l’infrastruttura centro americana, mentre per il 2020 il volume dovrebbe raggiungere i 30 milioni di tonnellate.
La dinamica è peraltro in corso già da alcuni anni, spinta dall’incremento di output di gas dell’Australia e degli USA (grazie allo sfruttamento massiccio delle riserve di shale gas di recente scoperta), e al contemporaneo aumento della domanda di gas naturale di alcuni paesi a partire dalla Cina, che sta passando dal carbone a questo combustibile meno inquinante molto più rapidamente di quanto gli analisti si aspettassero.
Il vero balzo in avanti dei traffici di GNL attraverso il Canale di Panama è però atteso nei prossimi anni, quando al terminal per l’export di Sabine Pass in Louisinana, e a quello appena inaugurato di Cove Point, nel Maryland, si affiancheranno una serie di altri impianti portuali per la spedizione marittima di GNL che gli USA stanno ultimando proprio in questi mesi e che entreranno in funzione progressivamente da qui al 2020. La capacità di export statunitense, sempre secondo la Reuters, dovrebbe quindi passare rapidamente dai 18 milioni di tonnellate del 2017 a oltre 70 milioni di tonnellate, una parte significativa delle quali transiteranno proprio attraverso il canale panamense. Solo quest’anno sono previste in transito per il ‘Canal’ 11 milioni di tonnellate di gas americano, che diventeranno circa 20 milioni già nel 2019.
A testimonianza del crescente traffico di GNL su questa rotta, lo scorso 17 aprile per la prima volta 3 navi gasiere hanno attraversato nello stesso giorno il Canale di Panama, evento eccezionale che, però, presto potrebbe trasformarsi nella normalità.