Grazie al massiccio sfruttamento di giacimenti di shale gas e tight gas di recente scoperta, negli ultimi anni la produzione di gas naturale dell’Argentina è cresciuta costantemente, consentendo al Paese latinoamericano di diventare per la prima volta, nel corso del 2019, un esportatore di gas naturale liquefatto (GNL).
Il principale contributo arriva dal giacimento di shale gas Vaca Muerta, che nel 2018 ha raggiunto una produzione di 1 miliardo di piedi cubi al giorno, pesando per il 23% di tutta la produzione nazionale. Si tratta di una formazione che tecnicamente ha risorse recuperabili di 308 trilioni di piedi cubi di gas naturale e 16 miliardi di barili di olio e condensato su 8,6 milioni di acri, ed è geologicamente paragonabile al giacimento di shale gas Eagle Fors in Texas. Attualmente è entrata in fase di sviluppo solo il 4% della superficie del giacimento.
Conseguentemente all’incremento dell’output reso possibile dalle risorse del Vaca Muerta, l’Argentina ha ricominciato ad esportare gas naturale via pipeline verso i Paesi vicini, sopratutto Cile e Brasile, ed è diventato per la prima volta anche un esportatore di GNL. Il primo carico di gas naturale liquefatto di produzione argentina e destinato all’estero è infatti partito lo scorso 6 giugno dalla FLNG Tango, unità offshore ormeggiata al largo del porto di Bahia Blanca con una capacità di produzione di 500.000 tonnellate, che dovrebbe produrre fino a 8 carichi di GNL in export all’anno.
Il gas estratto nel giacimento Vaca Muerta raggiunge la FLNG Tango, dove viene liquefatto per essere esportato via mare, tramite un sistema di condotte preesistente che in passato veniva utilizzato in direzione inversa, ovvero per trasportare il gas naturale liquefatto che veniva importato attraverso una unità FSRU anch’essa ancorata al largo di Bahia Balnca.
Dal 1990 al 2007 l’Argentina è stata un esportatore netto di gas naturale, mentre dal 2008 la produzione interna non è stata più in grado di soddisfare la domanda ed il Paese è diventato un importatore di gas, sia via gasdotto che sotto forma di GNL, durante tutto l’anno.
Negli ultimi due anni, però, proprio grazie al nuovo aumento di produzione reso possibile dallo sfruttamento dei giacimenti di shale gas e tight gas, l’import è stato limitato ai soli mesi più freddi, da maggio a settembre, mentre nel periodo più caldo dell’anno, che va da ottobre ad aprile, l’Argentina ha ricominciato ad esportare gas naturale.
Molto probabilmente, l’import concentrato nei mesi freddi dell’anno continuerà fino a quando non saranno costruiti nuovi gasdotti che collegheranno gli hub di produzione dello shale gas con i principali centri di consumo del Paese, ma nel frattempo l’Argentina ha iniziato ad esportare non più solo gas via pipeline, come in passato, ma anche GNL, sfruttando il proprio pattern stagionale, che essendo invertito rispetto a quello dell’emisfero Boreale, consente di concentrare l’export proprio nel periodo dell’anno in cui è maggiore la domanda di gas naturale liquefatto dei mercati di consumo in Asia.