L’obbiettivo di lungo termine del Governo italiano resta la decarbonizzazione, ma nella frase di transizione il gas naturale svolgerà una funzione essenziale, motivo per cui l’esecutivo intende rafforzare gli approvvigionamenti puntando sul GNL e – nonostante le ben note posizioni del M5S – sul gasdotto TAP.
E’ quanto il Ministero dello Sviluppo Economico (guidato proprio dal leader dei Cinquestelle Luigi Di Maio), di concerto con quello dell’Ambiente e delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha scritto nero su bianco nella sua recente ‘Proposta di piano nazionale integrato per l’energia e il clima’, inviata alla Commissione Europea.
“Considerato che il gas continuerà comunque a svolgere nel breve-medio periodo una funzione essenziale, in sinergia con le fonti rinnovabili, per gli usi industriali e domestici e soprattutto per la generazione elettrica, occorre continuare a prestare una particolare attenzione alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento” si legge nel testo.
Secondo il MISE, gli esiti delle simulazioni “evidenziano la non ottimale condizione dell’approvvigionamento italiano di gas naturale in caso di situazioni di crisi che potrebbero manifestarsi nei prossimi inverni, condizioni che verranno riportate alla soglia minima tramite l’ottimizzazione dei flussi di ingresso”.
Va poi considerato che attualmente le forniture di gas provengono prevalentemente da Paesi con elevati profili di rischio geopolitico: “per controbilanciare tale situazione sfavorevole si è cercato di diversificare i fornitori non europei (Algeria, Libia, Qatar, Russia) già da diversi anni e si continua ancora attivamente in questa direzione (e.g., Azerbaijan, e USA e Canada come GNL)”.
L’obbiettivo della diversificazione delle fonti di approvvigionamento, scrive quindi il Governo nel suo ‘Piano nazionale’, viene perseguito tramite una serie di iniziative, tra cui spicca (proprio perché in passato la componente pentastellata della compagine governativa si era più volte dichiarata contraria all’opera, slavo poi dover accettarne la realizzazione, ormai nelle fasi finali) “l’apertura del Corridoio Sud tramite TAP (Trans Adriatic Pipeline), infrastruttura che verrà messa in funzione in un orizzonte di breve termine (entro il 2020) consentendo l’importazione di circa 8,8 miliardi di m3 all’anno di gas azero in Italia e con un potenziale incremento di capacità per ulteriori 10 miliardi di m3 all’anno realizzabile senza nuovi interventi infrastrutturali sul suo tratto italiano”.
Altro snodo fondamentale dell’iniziativa governativa per rendere più sicuro e diversificato l’approvvigionamento di gas nazionale, è costituito dal gas naturale liquefatto: in tal senso si sta procedendo “ad ottimizzare l’uso della capacità di importazione di GNL nei terminali esistenti per favorire la partecipazione dell’Italia al mercato mediterraneo e globale del GNL in concorrenza con i terminali del nord Europa”.
Puntando proprio sul TAP e sui rigassificatori esistenti, il Governo ritiene di poter avere risorse sufficienti per garantire la sicurezza energetica durante la fase di decarbonizzazione, che potrà essere attuata – scrive in MISE nel suo documento – senza la necessità di ricorrere al progetto EastMed (gasdotto che dovrebbe trasportare in Europa il gas naturale estratto nei giacimenti del Mediterraneo Orientale di recente scoperta, nell’ambito del bacino offshore Levantino), che alla luce di quanto sopra l’esecutivo italiano giudica a questo punto “non prioritario”.