Attivo dai primi anni ’60 del secolo scorso, il gruppo TAL – partecipato da molte delle principali oil major mondiali come MV, Shell, Rosneft, ENI, C-BLUE LIMITED (Gunvor), BP, Exxon Mobil, Mero, Phillips 66/Jet Tankstellen e Total – gestisce l’attività dell’Oleodotto Transalpino, pipeline che trasporta il greggio sbarcato nel porto di Trieste fino in Austria, Germania e Repubblica Ceca.
Un’infrastruttura fondamentale per l’approvvigionamento energetico dell’Europa centrale, alle prese con nuove sfide in un contesto in rapido mutamento.
Di questo abbiamo parlato con Alessio Lilli, General Manager di TAL e Presidente di SIOT (Società Italiana Oleodotto Transalpino), una delle 3 società di cui si compone il gruppo TAL, insieme a TAL Austria e TAL Germania, a cui compete la gestione del tratto italiano dell’oleodotto e del terminal marittimo di Trieste, il punto di partenza e di alimentazione della condotta.
Avete festeggiato l’arrivo della nave n.20.000 al vostro terminal di Trieste: dopo questo risultato, quali sono le prospettive future della società e del vostro gruppo?
Le 20.000 navi rappresentano una pietra miliare nel nostro cammino, volto a portare energia nel cuore dell’Europa in modo sicuro e rispettoso dell’ambiente. Continueremo a operare per soddisfare le richieste dei nostri shippers per trasportare i loro carichi di greggio verso le raffinerie in Austria, Repubblica Ceca e Germania meridionale, puntando a migliorare sempre i nostri livelli di sicurezza ed attenzione all’ambiente e ai territori che ci ospitano.
Come sta evolvendo il mercato della raffinazione di petrolio in Europa, e come ciò potrà influire sulle vostre attività?
Dal nostro punto di vista, privilegiato, vediamo che l’industria della raffinazione in centro Europa è sana e continua a svolgere le sue attività in modo intenso, per far fronte ad una domanda di prodotti petroliferi che è sostanzialmente stabile. Non prevediamo significative variazioni nei quantitativi richiesti che, ritengo, oscilleranno nei prossimi anni tra i 40 e i 45 milioni di tonnellate, al netto di cambiamenti significativi del paradigma energetico europeo.
La transizione energetica verso energie rinnovabili, in questo senso, avrà un impatto?
Certamente sì, ma non ci sembra gli effetti possano evidenziarsi in tempi ravvicinati. Tuttavia, le modifiche di sistema – in questo caso del sistema energetico di un continente – quando si materializzano si realizzano in tempi relativamente rapidi.
Quali sono stati i volumi movimentati dall’oleodotto nel 2018? Come sta andando, da questo punto di vista, il 2019?
Nel 2018 abbiamo consegnato 41,7 milioni di tonnellate, appena sotto la quota record di 42,4 milioni tonnellate realizzate nel 2017. Il 2019 sta mostrando una tendenza simile all’anno precedente per cui ci aspettiamo una conclusione tra 41 e 42 milioni di tonnellate. Indubbiamente, i consumi dell’ultimo quadrimestre dell’anno avranno, come sempre, un impatto rilevante nel computo totale, rappresentando, il periodo settembre – dicembre, quello di più intensa domanda nel corso dell’anno.
Sono previsti, nel prossimo futuro, interventi particolari di manutenzione/upgrade del terminal e/o dell’oleodotto?
Continueremo, anche per il prossimo anno, a spendere in modo responsabile per mantenere tutte le nostre infrastrutture integre, almeno al livello di eccellenza presente nell’industria europea. A tal fine trovo molto utile poter partecipare, quale General Manager del Gruppo TAL, ai differenti comitati tecnici e di sicurezza attivi in Austria e in Germania per diffondere ed incrementare la cultura tecnica, della sicurezza, della protezione ambientale nel mondo dell’infrastruttura petrolifera in generale, e quello delle pipeline petrolifere in particolare.
Quanto vale l’indotto economico, e occupazionale, generato dal vostro gruppo a beneficio dei territori coinvolti?
E’ una domanda che ci siamo posti e per rispondere alla quale abbiamo coinvolto la MIB School of Management di Trieste. Aspettiamo con curiosità i risultati dello studio che stanno completando e che presenteremo molto probabilmente tra fine novembre e inizio dicembre. Ma, certamente, parliamo di decine di milioni di euro ogni anno.