Il prossimo anno l’offerta mondiale di petrolio supererà la domanda, a causa di una crescita troppo lenta dell’economia mondiale e quindi del consumo di greggio, secondo la International Energy Agency (IEA).
Nel suo ultimo report mensile, l’agenzia parigina ha infatti mantenuto inalterate rispetto alle edizioni precedenti dello studio periodico le previsioni sulla crescita globale della domanda, quantificata in 1,3 milioni di barili al girono (bpd) per il 2018 e di 1,4 bpd nel 2019, ma ha invece tagliato le stime di crescita del consumo petrolifero dei paesi non OCSE, che sono oggi sono il vero motore di questo mercato. Inoltre, ha ribadito l’IEA, la guerra commerciale in corso tra USA e Cina contribuirà a rallentare la crescita economica mondiale.
Secondo l’agenzia di stampa Reuters, che cita 3 diverse fonti vicine al ‘dossier’, l’OPEC starebbe valutando la possibilità di tagliare la produzione di 1,4 milioni di bpd nel 2019, per evitare un eccesso di offerta che deprimerebbe il prezzo al barile.
Anche qualora venissero attuate contromisure di questo tipo, non è detto però che la tendenza possa essere invertita, perché a spingere l’incremento dell’offerta sono i produttori che non fanno parte dell’OPEC, riguardo ai quali la IEA ha infatti aumentato le stime sulla crescita dell’output, da 2,2 milioni di bpd nel 2018 e 1,8 milioni di bpd nel 2019 fino a 2,4 milioni di bpd e 1,9 milioni di bpd rispettivamente.
A guidare questa impennata dell’output continueranno ad essere gli Stati Uniti, la cui produzione aumenterà di 2,1 milioni di bpd nel 2018 e di 1,3 milioni di bpd, partendo dall’attuale livello di 11 milioni di bdp, che è già di per se un record.
La produzione OPEC è invece aumentata di 200.000 bpd a ottobre, arrivando a 32,99 milioni di bpd, pari ad un incremento di 240.000 bpd su base annua. La perdita di 600.000 bpd dall’Iran e di 400.000 bpd dal Venezuale è stata rapidamente compensata dall’aumento della produzione di altri paesi come Arabia Saudita ed Emirati Arabi.