Tramontata l’ipotesi della cosiddetta ‘dorsale sarda’ – il gasdotto che avrebbe dovuto percorrere da nord a sud tutta l’isola trasportando il gas naturale – Snam ha deciso di puntare su un modello diverso per metanizzare la Sardegna: la ‘pipeline virtuale’.
Il concetto era già stato espresso in diverse occasioni da alcuni top manager del gruppo di San Donato Milanese, tra cui il suo responsabile Asset Italia Massimo Derchi (che ne aveva parlato ad un webinar, come riportato dalla testata Quotidiano Energia), e fondamentalmente prevede il trasporto via nave di GNL dai due rigassificatori di Panigaglia (gestito da Snam tramite la controllata GNL Italia) e Livorno (operato da OLT Offshore, di cui Snam, è azionista) a due nuove unità FSRU (Floating Storagte and Rigassification Unit) che la stessa azienda prevede di installare a Portovesme e a Porto Torres rispettivamente nel 2024 e nel 2025.
Da questi nuovi terminal il GNL verrà rigassificato e distribuito sull’isola tramite una serie di network locali di nuova costruzione, ubicati in corrispondenza dei principali bacini d’utenza.
Un progetto che sta già iniziando a prendere forma concreta: Snam ha infatti pubblicato nei giorni scorsi sulla Gazzetta Ufficiale Europea un bando tramite cui avvia la preselezione di aziende per la fornitura di navi gasiere. La procedura – anche se al momento nel documento non sono compresi ulteriori dettagli – dovrebbe riguardare sia le cosiddette ‘bettoline’ GNL che dovranno fare la spola tra continente e isola e che costituiranno di fatto la ‘pipeline virtuale’, sia le due unità gas carrier che dovranno invece essere trasformate in FSRU e installate a Portovesme e Porto Torres, e che rappresenteranno invece i punti di accesso alle future reti locali sarde.