I principali fornitori di GNL da tempo lavorano in condizioni piuttosto difficili a causa dei prezzi bassi, generati da un eccesso di volumi presenti sul mercato globale.
Ma con il continuo espandersi del virus Covid-19, comunemente chiamato ‘coronavirus’ lo scenario si sta complicando visto che la produzione industriale asiatica ha toccato i minimi.
Di fronte all’imminente prospettiva che le esportazioni con prezzi spot non riescano a coprire le spese di trasporto marittimo e gli operatori dei terminal per l’export statunitensi potrebbero arrivare a bloccare le spedizioni se la situazione non migliora.
Non bisogna dimenticare che negli ultimi anni sono stati investiti ingenti capitali per potenziare i terminal che vanno dal Maryland a Texas, allo scopo di incrementare le esportazioni di GNL verso il mercato asiatico.
Un duro colpo per il settore degli idrocarburi americano, dopo che la guerra commerciale tra USA e Cina finalmente aveva trovato pace.
In questi giorni Eric Bensaude, amministratore delagato di Cheniere Energy Inc., il piú grande esportatore di GNL degli USA, ha affermato che la situazione si complicherà ulteriormente nelle prossime settimane: “Se un cliente decide di non caricare il prodotto, la nostra compagnia non riprenderà il GNL, lo rivenderà a un prezzo inferiore”. Lasciando così intuire un imminente collasso dei prezzi, se la situazione non cambia.